Il mio primo sentore, appena arrivato in Kenya, è stato abbastanza disorientante. Infatti, sceso dall’aereo con l’amico Bruno sono rimasto sconvolto da tutto… a partire dalla città di Nairobi: il traffico, la gente, il disordine generale, tutto così caotico. Ma, man mano che il viaggio proseguiva verso la missione, ho cominciato a notare meno gente, meno costruzioni finché anche l’asfalto è sparito da sotto le ruote del nostro “matato” (taxi) per lasciar posto alla terra rossa e alla vastità della natura africana. Dopo circa 6 ore siamo arrivati a Mitunguu e qui subito ho provato una sensazione bellissima.
Ero fiero di essere solandro per tutto quello che avevo davanti agli occhi: la scuola professionale, la scuola primaria, l’orfanotrofio e tutti i bambini che ci venivano incontro. In quel momento ho capito il grande lavoro fatto in questi anni dall’associazione Valdisole Solidale ed in un istante mi sono sentito parte integrante di questa grande famiglia. Già il giorno dopo, assieme all’instancabile Antonio (volontario milanese che dedica sei mesi l’anno per l’aiuto di questi bimbi), ho voluto visitare il sito dove a breve sarebbero cominciati i lavori del nuovo acquedotto, finanziato in parte dalla cover band dei Nomadi, i Gatti Randagi, mediante una serie di concerti nell’ambito del progetto Crescerai-Imparerai. Anche in questa visita mi sono accorto quanto noi diamo tutto per scontato e quanto per fortuna stiamo bene a casa nostra; ho visto persone che per procurarsi un poco d’acqua devono percorrere 4/5 chilometri a piedi. Pazzesco! Dopo qualche giorno ci ha raggiunti anche Giuliana Cova, presidente dell’associazione Melamango della Val di Non, che collabora con noi nell’aiutare questa popolazione. Con lei c’è stata subito perfetta intesa e abbiamo così programmato lavori interessanti per migliorare ancora la missione. Era impressionante sentire come in quei giorni avrei voluto aiutare tutti per poi renderti conto che tutto non si può fare e dunque bisogna partire da progetti ben definiti, come appunto quello dell’acquedotto e andare avanti. Instancabile il lavoro di padre Francis, sempre presente e sempre pronto ad aiutare il prossimo, giorno e notte.
Un mese dopo il mio rientro è partita anche mia moglie, Flavia, e possiamo dire che questa esperienza ha cambiato molte cose anche nella nostra vita quotidiana. Apprezziamo molto di più le cose semplici ed umili.
A febbraio 2015 mi recherò di nuovo in Kenya per partire con un nuovo progetto… e dunque, cari amici, a presto con nuove notizie dall’Africa!
Luca Pangrazzi